Il Servizio

Il turismo, sia come attività svolta dalle persone durante il loro tempo libero, sia come settore lavorativo in cui molti esercitano la loro professione e sia come insieme di attività che caratterizzano un luogo come meta turistica, è presente in gran parte della società contemporanea. Integrato così nella vita quotidiana delle comunità, il turismo è una dimensione che la pastorale diocesana deve considerare come sua componente ordinaria e, come tale, figurare tra i settori che sono oggetto d’attenzione regolare da parte dell’Ordinario del luogo e dei suoi Consigli consultivi.

Tra gli obiettivi della pastorale del turismo a livello diocesano non devono mancare i seguenti.

  1. Offrire una visione cristiana del turismo che conduca i fedeli a vivere questa realtà con impegno di fede e di testimonianza e con atteggiamento missionario. Tale obiettivo sarà preso in considerazione nella predicazione, nella catechesi e nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale. Analogamente si cercherà che nelle scuole venga offerta una formazione adeguata per far apprezzare i valori del turismo consoni alla dignità e allo sviluppo delle singole persone e dei popoli.
  2. Formare operatori pastorali che possano promuovere in modo specifico il lavoro pastorale in questo settore. Quando le necessità della diocesi lo esigano, si offrirà ad alcuni sacerdoti e laici idonei l’opportunità di una più ampia formazione specifica.
  3. Studiare la realtà del turismo nella diocesi, formulare i criteri pastorali e proporre nei Consigli Presbiterali e Pastorali le azioni da intraprendere. L’attenzione religiosa ai turisti, integrata nel programma diocesano di attività pastorale, si deve svolgere secondo termini adatti alla loro lingua e cultura, senza che ciò costituisca una realtà a parte, evitando che porti disagio alla vita della comunità locale.
  4. Adottare misure nei periodi di maggiore affluenza turistica per ottimizzare il servizio delle parrocchie più visitate, prevedendo, se necessario, lo spostamento di sacerdoti da altre parrocchie e la collaborazione di sacerdoti di altre diocesi o di altri paesi.
  5. Formulare l’accoglienza ai turisti da parte della Chiesa diocesana tramite una lettera del Vescovo, specialmente all’inizio dei periodi di più intensa attività turistica e attraverso sussidi che facilitino l’informazione e la partecipazione alle celebrazioni e alla vita della Chiesa locale.
  6. Promuovere la formazione di gruppi e associazioni, come pure la collaborazione di volontari, per la gestione del patrimonio della Chiesa aperto ai visitatori e per l’accoglienza dei turisti, in modo da poter offrire orari di apertura sufficientemente ampi.
  7. Edificare parrocchie e centri comunitari più adatti alla pastorale del turismo, tenendo conto delle nuove realtà urbanistiche e sociali.
  8. Mantenere contatti con i responsabili di altre confessioni cristiane al fine di prendere misure che possano contribuire a un miglior servizio religioso dei loro fedeli, seguendo i criteri e le norme stabiliti dalla Santa Sede e dalle Conferenze Episcopali.
  9. Incoraggiare la collaborazione con le autorità pubbliche e amministrative locali, con le associazioni di operatori e lavoratori e con le altre organizzazioni interessate dal turismo.
  10. Creare una Commissione diocesana di pastorale del turismo che coordini e animi la pastorale del settore, e di cui facciano parte esperti delle diverse categorie di persone del mondo del turismo.

(Tratto da: Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, Orientamenti per la pastorale del turismo, 2001)