Il turismo, sia come attività svolta dalle persone durante il loro tempo libero, sia come settore lavorativo in cui molti esercitano la loro professione e sia come insieme di attività che caratterizzano un luogo come meta turistica, è presente in gran parte della società contemporanea. Integrato così nella vita quotidiana delle comunità, il turismo è una dimensione che la pastorale diocesana deve considerare come sua componente ordinaria e, come tale, figurare tra i settori che sono oggetto d’attenzione regolare da parte dell’Ordinario del luogo e dei suoi Consigli consultivi.
Tra gli obiettivi della pastorale del turismo a livello diocesano non devono mancare i seguenti.
- Offrire una visione cristiana del turismo che conduca i fedeli a vivere questa realtà con impegno di fede e di testimonianza e con atteggiamento missionario. Tale obiettivo sarà preso in considerazione nella predicazione, nella catechesi e nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale. Analogamente si cercherà che nelle scuole venga offerta una formazione adeguata per far apprezzare i valori del turismo consoni alla dignità e allo sviluppo delle singole persone e dei popoli.
- Formare operatori pastorali che possano promuovere in modo specifico il lavoro pastorale in questo settore. Quando le necessità della diocesi lo esigano, si offrirà ad alcuni sacerdoti e laici idonei l’opportunità di una più ampia formazione specifica.
- Studiare la realtà del turismo nella diocesi, formulare i criteri pastorali e proporre nei Consigli Presbiterali e Pastorali le azioni da intraprendere. L’attenzione religiosa ai turisti, integrata nel programma diocesano di attività pastorale, si deve svolgere secondo termini adatti alla loro lingua e cultura, senza che ciò costituisca una realtà a parte, evitando che porti disagio alla vita della comunità locale.
- Adottare misure nei periodi di maggiore affluenza turistica per ottimizzare il servizio delle parrocchie più visitate, prevedendo, se necessario, lo spostamento di sacerdoti da altre parrocchie e la collaborazione di sacerdoti di altre diocesi o di altri paesi.
- Formulare l’accoglienza ai turisti da parte della Chiesa diocesana tramite una lettera del Vescovo, specialmente all’inizio dei periodi di più intensa attività turistica e attraverso sussidi che facilitino l’informazione e la partecipazione alle celebrazioni e alla vita della Chiesa locale.
- Promuovere la formazione di gruppi e associazioni, come pure la collaborazione di volontari, per la gestione del patrimonio della Chiesa aperto ai visitatori e per l’accoglienza dei turisti, in modo da poter offrire orari di apertura sufficientemente ampi.
- Edificare parrocchie e centri comunitari più adatti alla pastorale del turismo, tenendo conto delle nuove realtà urbanistiche e sociali.
- Mantenere contatti con i responsabili di altre confessioni cristiane al fine di prendere misure che possano contribuire a un miglior servizio religioso dei loro fedeli, seguendo i criteri e le norme stabiliti dalla Santa Sede e dalle Conferenze Episcopali.
- Incoraggiare la collaborazione con le autorità pubbliche e amministrative locali, con le associazioni di operatori e lavoratori e con le altre organizzazioni interessate dal turismo.
- Creare una Commissione diocesana di pastorale del turismo che coordini e animi la pastorale del settore, e di cui facciano parte esperti delle diverse categorie di persone del mondo del turismo.
(Tratto da: Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, Orientamenti per la pastorale del turismo, 2001)