Sono pochi metri dalla chiesa del Gesù alla Concattedrale, li abbiamo percorsi insieme nell’inizio di questo anno giubilare.
Non è il corso di Sorrento addobbato a festa per Natale, non ci sono gli scorci di Capri o del golfo di Napoli, simbolo della nostra terra adagiata sul mare con l’odore di salsedine e negli occhi il rosso di tramonti infuocati. Quei cento metri, di bellezza decaduta, di antichi palazzi con le finestre anodizzate, con i rifiuti della sera accanto alle porte, nell’indifferenza di qualcuno che sbircia dal balcone, sembrano un paradosso, forse non la scenografia più bella per un video da consegnare ai posteri, eppure costituiscono il sentiero quotidiano in cui la Chiesa cammina, dove c’è sempre una bellezza da riscoprire, una luce da svelare all’umano trasfigurato, un’armonia nel caos: ecco che diveniamo veramente pellegrini di speranza!
Il vociare della piazza sembra raccogliersi nell’unica invocazione delle litanie: Ascoltaci, Signore! Quel crocifisso di Pozzano levigato di lacrime e dolore raccoglie anche il grido di questa assemblea posta alla soglia, portavoce di tutti. Siamo tutti sulla stessa barca, a chiedere rifugio, salvezza, nuovo inizio, pace. Si incrociano i nostri volti, ci ritroviamo, ci sorridiamo, ci riscopriamo legati, solidali nella precarietà, bisognosi di speranza!
La chiesa-edificio sembra quasi non riuscire ad accoglierci tutti, ci si assiepa in ogni anfratto, si cerca di entrare come esuli che cercano salvezza, la Chiesa-madre è un grembo eterno d’infinita vita, e ci chiede di tenerci stretti, come in quella tela di Luca Giordano della Madonna del Soccorso che è sull’altare del Gesù: aggrappati alla speranza!
Dio ci guarda, tenero e paziente: nasce l’alba di un futuro nuovo
Nuovi Cieli, Terra fatta nuova: passa i muri Spirito di vita
Don Salvatore Iaccarino