Chiesa dei Santi Pietro e Paolo - Fornacelle

Il nostro percorso, da Vico Equense, ci conduce a Fornacelle, seguendo il tracciato che ricalcava l’antica “via minervia”.

Lungo la strada principale, proprio al centro del piccolo centro abitato, sorge l’antica chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

Le origini, come spesso capita, sono sconosciute, perdendosi nel nebuloso medioevo. Tuttavia già a fine ‘400, in alcuni documenti del notaio vicano Reginabile Parascandolo, si parlava della chiesa estaurita dei Santi Pietro e Paolo. Il termine estaurita, al di là delle fantasiose ipotesi etimologiche, designava quelle chiese fondate e amministrate da laici, che provvedevano, autorizzati dal vescovo, a nominare il cappellano, riservandosi il diritto di sepoltura.

La chiesetta di Fornacelle, in origine, rifletteva il gusto tardomedievale, perciò appariva influenzata dal gotico napoletano allora in voga

In seguito, tuttavia, fu dapprima riedificata in forma barocca (nel ‘600) e, infine, abbellita, nel ‘700,  con eleganti stucchi. La facciata, suddivisa in due ordini sovrapposti, fu rifatta nel XVIII secolo: al centro, al di sopra del portale d’ingresso, spicca un meraviglioso altorilievo raffigurante i Santi Pietro e Paolo. Varcato l’ingresso, si accede all’interno: la pianta, a croce latina, è caratterizzata da una larga navata centrale fiancheggiata, su entrambi i lati, da due cappelle.

L’asbside, di forma semicircolare, chiude l’area del presbiterio, donando alla chiesetta un equilibrio architettonico davvero originale. All’interno, si possono ammirare numerose opere d’arte: una stupenda tavola, dipinta nel ‘500 dal fiammingo Teodoro d’Errico, raffigurante “La Vergine col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo” (un vero e proprio capolavoro posto sull’altare maggiore);   una tela settecentesca, di scuola napoletana, raffigurante “L’Annunciazione”; una statua, in cartapesta leccese, opera di Luigi Guacci, raffigurante “San Giuseppe”(‘900); una statua della Madonna del Rosario risalente, con molta probabilità, al ‘600. A queste opere, segno tangibile della fede degli abitanti di Fornacelle, va aggiunta una meravigliosa tavola cinquecentesca raffigurante “L’Annunciazione”, di recente, grazie ad un sapiente restauro, tornata all’antico splendore.

Don Pasquale Vanacore, in un suo scritto, ricorda che la “cona”, fu commissionata dal ricco fabbricante di spade Gioavan Domenico de Gennaro e posta, poco prima del 1578, proprio sull’altare di patronato della famiglia de Gennaro.

Infine, si può notare, al di sotto dell’altare maggiore, il corpo del Martire San Clemente, proveniente dalle catacombe romane di Santa Ciriaca. Il corpo di questo fanciullo, martire del III secolo, giunse a Fornacelle nel 1792, per istanza di un tal Aniello Savarese.