Basilica Santa Maria di Pozzano

La facciata della Basilica di Santa Maria di Pozzano. L’edificio, che sorge in un punto panoramico e pittoresco, è custodito da oltre cinque secoli dai frati minimi di San Francesco di Paola.
Sulla collina di Pozzano, in un punto panoramico e pittoresco, si erge la Basilica della Madonna di Pozzano, custodita, da oltre cinque secoli, dai Minimi di San Francesco di Paola.
Secondo la leggenda, sulla collina esisteva, nell'antichità, un tempio consacrato alla dea Diana, protettrice della caccia e dei boschi. Sui resti di questo tempio, un po' come era avvenuto in tutta l'Europa cristiana, fu costruita una chiesetta, via via ingrandita nei secoli successivi. Si raccontava, infatti, che la venerata immagine della Madonna fosse stata recuperata, in un pozzo, da alcuni pescatori, grazie ad una miracolosa fiammella.
Nel 1330, l'edificio sacro, intitolato alla Vergine Maria, risultava di patronato di un canonico stabiese, tal don Simone Certa; in seguito, agli inizi del '400, la chiesa veniva citata in un documento redatto alla corte della Regina Giovanna II. Negli anni '70 del XV secolo, il rettore della chiesa risultava essere il canonico don Girolamo Castaldo e proprio in questo periodo, per volere dei cittadini stabiesi, giunsero a Pozzano i primi "fratini", discepoli di San Francesco di Paola.
A questo periodo, inoltre, risale la leggenda del passaggio dello stesso Santo di Paola per la chiesa di Pozzano e la sua sosta in preghiera, durata tre giorni consecutivi, davanti al miracoloso quadro della Vergine. Tuttavia, per una serie di eventi sfortunati, il soggiorno dei Minimi durò pochi anni: nel momento in cui San Francesco di Paola finiva, agli occhi della corte napoletana, in disgrazia, don Girolamo Castaldo si adoperava affinché i religiosi paolotti abbandonassero Pozzano.

Nel cuore della Basilica di Pozzano, in una cappella posta alla sinistra dell’altare maggiore, è venerata la trecentesca tavola della “Madonna delle Grazie”, attribuita al pittore Giovanni da Taranto. Stando alla leggenda, alcuni pescatori, in una notte buia, videro una serie di luminose fiammelle sprigionarsi da un pozzo e lì ritrovarono, sul fondo, l’icona della Vergine.
Solo nel 1506, a distanza di anni, la promozione al vescovado lubrense di don Girolamo Castaldo permise ai Minimi di far ritorno a Pozzano e di stabilirsi, definitivamente, nella chiesa dedicata alla Vergine. Risalgono a questo periodo i lavori che, sino al 1539, interessarono il complesso e portarono non solo all'allargamento della chiesa, ma, soprattutto, all'edificazione dell'annesso convento. Al 1584, invece, risale la costruzione del maestoso Campanile, come è attestato da una lapide dedicatoria.
La consacrazione della chiesa di Pozzano, così come è tramandato dalle fonti, risale al 1874, sotto l'episcopato di mons. Francesco Saverio Petagna; infine, nel 1916, papa Benedetto XV, nel bel mezzo della prima guerra mondiale, elevò il tempio di Pozzano alla dignità di Basilica Minore. Oltre alla grande venerazione verso la tavola raffigurante "La Madonna delle Grazie" (attribuita a Giovanni da Taranto e ascrivibile, probabilmente, all'300), la Basilica di Pozzano è un luogo che unisce, magicamente, la fede all'arte, in una sintesi unica nel suo genere. Le opere d'arte custodite al suo interno, in un fecondo dialogo tra stili ed epoche diverse, sono ascrivibili a maestri indiscussi, tra cui si segnalano: Dionisio Lazzari, Paolo de Matteis, Domenico e Ludovico Vaccaro, Girolamo Cenatiempo, Sebastiano Conca, Tito Angelini e Luigi Vanvitelli.
Si segnalano, tra l'altro, la tavola trecentesca raffigurante "La Madonna delle Grazie", attribuita a Giovanni da Taranto, nonché il Crocefisso ligneo seicentesco che, secondo la tradizione, giunse, galleggiando sulle acque, sulla spiaggia di Castellammare di Stabia, mettendo fine alla terribile eruzione del Vesuvio del 1631.







